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EFFETTO LOCKDOWN: CONSUMO DI DROGHE IN AUMENTO

In questo articolo verrà approfondita la tematica legata all’utilizzo delle sostanze (legali e illegali) durante il primo lockdown nazionale (marzo/aprile 2020), visto che in relazione ad alcune ricerche effettuate da diversi enti di interesse nazionale (come l’Istituto Superiore di Sanità e i vari servizi territoriali per le dipendenze) si è registrato un aumento del consumo, ma soprattutto sembrerebbe essersi modificato lo scopo d’utilizzo. Nella ricerca che qui riporto vengono illustrati alcuni importanti dati.

Nel periodo di lockdown sei organizzazioni in tre paesi europei hanno indagato l’impatto che la misura ha avuto sull’uso di stupefacenti e alcool. Scopo della ricerca era rilevare variazioni nell’uso di sostanze legali ed illegali e le variazioni nel mercato di quest’ultime, mettendole in relazione con il particolare setting in cui le persone si trovavano e con il loro stato emotivo. E’ stato creato un questionario online anonimo che è stato promosso dal 23 aprile al 31 maggio 2020 tramite social network e media. Target della ricerca erano persone che usano sostanze a scopo ricreativo. I dati italiani sono stati riportati da E. Fornero ed I. Fineschi Piccinin e il campione è stato suddiviso in due categorie: under 30 e over 30.

Hanno risposto 311 persone, di cui in prevalenza donne e per quanto concerne l’uso di sostanze si nota che:

- L’alcol è la sostanza più utilizzata, in particolare in lockdown è diminuito l’uso ricreativo ed aumentato quello quotidiano, soprattutto negli over 30;

- Cannabinoidi (marijuana e hashish), MDMA, cocaina, ketamina e LSD sono le sostanze maggiormente utilizzate prima e durante il lockdown, ma durante il periodo aumenta notevolmente il numero di persone che risponde di non utilizzarle;

- Diminuiscono i contesti di uso di queste sostanze, in quanto mancano durante il lockdown le situazioni sociali in cui poter effettivamente far uso di queste sostanze, quindi si propende per un utilizzo in casa da soli;

- Rispetto alla motivazione di utilizzo, questa cambia notevolmente: non si fa più uso per socializzare o provare piacere, ma aumentano scopi come “diminuire ansia e stress”, “aiutare a dormire”, “evadere dalla realtà”.

Emerge infatti come il senso di solitudine e noia siano gli stati emotivi principali percepiti dalle persone, quindi si tratta di soggetti che usano sostanze a scopo ricreativo e nel momento in cui si modifica una delle variabili, ovvero il setting, hanno la capacità di fronteggiare la situazione cambiando i propri consumi. Si conferma quanto notato da Beccaria (Beccaria et al, 2013): l’allarme alcool e binge drinking tra i giovani va ridimensionato, in quanto una variazione significativa nelle abbuffate alcoliche si registra nella fascia di età under 30.

In linea generale, come già trattato in precedenti articoli, la situazione di lockdown ha portato all’emersione di diversi disturbi o disagi psicologici vissuti più o meno in tutte le fasce d’età e per diverse motivazioni. Ad oggi, marzo 2021, ci si ritrova nuovamente in una situazione pandemica impegnativa, la maggior parte d'Italia è in zona rossa e ciò che ora come ora preme ancora di più è spingere verso un sostegno psicologico e psicoterapico che sia generalizzato e accessibile a tutti attraverso qualsiasi modalità possibile (utilizzo di videochiamate, ad esempio). In particolare tra i giovani, che possono sentirsi particolarmente persi e lasciati da soli in un momento cosi duro da affrontare per chiunque, perché l’adolescenza si sa che è una fase dello sviluppo particolarmente critica in cui si cerca di creare la propria identità personale sulla base dei modelli con cui ci identifichiamo (genitori, parenti o amici), ma se questo processo non avviene correttamente (quindi in una sorta di ambivalenza che definirei sana di dipendenza dai propri genitori, ma bisogno di ricercare la propria autonomia e indipendenza), si può creare una confusione di ruoli, con il rischio che si sviluppino comportamenti a rischio, come ad esempio l’utilizzo di sostanze stupefacenti.

Oltre all’importante funzione svolta da un professionista della salute mentale, è necessario anche il sostegno della scuola (pur se a distanza) ridimensionando anche l’attività didattica che viene fornita digitalmente, cercando il più possibile di coinvolgere i ragazzi, ma ancora come si diceva in precedenza, anche l’aiuto e il sostegno fornito da eventuali servizi territoriali specifici per questa problematica, in cui è presente un equipe multidisciplinare che fornirà un intervento integrato. Infine è fondamentale la supervisione dei genitori, che devono saper cogliere per tempo un eventuale comportamento a rischio del proprio figlio, non sottovalutare gli eventuali segnali che vengono mandati e affrontare anche a livello familiare le tematiche più importati inerenti la crescita, in modo che queste non restino dei tabù.


Ringrazio la Dott.ssa Cajani per la collaborazione nella scrittura di questo articolo.


Buona lettura,


Dott.ssa Fabiola Pasetti

Psicoterapeuta Sistemico Relazionale

www.fabiolapasetti.com



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​Studio di Psicologia Pasetti

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