I DISTURBI ALIMENTARI DURANTE IL LOCKDOWN
- Dott.ssa Fabiola Pasetti
- 19 gen 2021
- Tempo di lettura: 3 min
Aggiornamento: 26 gen 2021
Durante la pandemia da Covid-19 le persone affette da disturbi alimentari, in particolare da bulimia nervosa, anoressia nervosa e disturbo da alimentazione incontrollata o binge eating, si sono ritrovate ad affrontare la loro condizione in una maniera inaspettata. Infatti, il cambio delle dinamiche quotidiane e dello stile di vita influenza parecchio i comportamenti patologici. Il forte stress causato durante questo periodo ha portato all‟aggravamento (o in alcuni casi alla comparsa) di diversi disturbi, tra cui un aumento importante dei disordini alimentari. Infatti questi soggetti sono già di natura particolarmente sensibili ai cambiamenti e alle fonti di stress, motivo per cui per far fronte alla pandemia hanno aggravato le loro condotte in molte diverse modalità, con l‟obiettivo di tenere sotto controllo una condizione che di fatto manca completamente di controllo, verso la quale chiunque è impotente. Ed è sicuramente questo senso di impotenza che genera abitudini sbagliate, in questo caso questi soggetti hanno anche aumentato l‟attività fisica svolta in casa (al contrario di chi, per condizioni logistiche varie non ha potuto svolgerla), in più la reclusione forzata con il proprio nucleo familiare può aver generato o aumentato i conflitti, le tensioni, la pressione generale su un funzionamento psichico già fragile. Un tema ricorrente in questi soggetti è il controllo sul peso, sull‟attività fisica che svolgono e sul cibo che ingeriscono, infatti al contrario dell‟anoressia si sono verificati anche episodi di abbuffate importanti dovute all‟acquisto “di massa” di prodotti al supermercato per paura che sarebbero finiti di li a breve. Uno studio longitudinale italiano ha dimostrato come la pandemia sia stata una vera minaccia per la salute mentale, in particolare nei soggetti più delicati: i più vulnerabili secondo questa ricerca sono gli affetti da bulimia nervosa, le ragioni sarebbero le limitazioni dei programmi di trattamento presenziali e le difficoltà riscontrate nelle terapie online, la presenza di abbondante cibo in casa che funge da tentazione per le abbuffate o l‟ansia generata da non avere scorte a sufficienza, l‟uso eccessivo delle reti sociali che contribuiscono a una percezione alterata del proprio corpo e le emozioni sorte dal forte stress. Gli affetti da anoressia nervosa, invece, hanno mostrato risultati controversi: da un lato pare abbiano preso peso durante la quarantena, segno positivo che potrebbe essere dovuto anche all‟efficacia dei trattamenti effettuati prima del lockdown più quelli telematici; dall‟altro lato pare che abbiano sperimentato un‟esacerbazione del comportamento ossessivo dell‟esercizio fisico compensatorio e pare anche che ci siano stati molti casi di crossover diagnostico, che sta a indicare la trasformazione di anoressia in bulimia. Il periodo di lockdown ha favorito alcuni fattori scatenanti, portando a una maggior concentrazione sull‟immagine di sé, lasciando più tempo a disposizione per riflettere e, complici i molti mezzi di comunicazione, favorendo una maggior attenzione al corpo (e quindi al cibo e all‟attività fisica) e all‟emergere di comportamenti disfunzionali (sia in eccesso che in difetto). A volte il cibo diventa una vera ossessione e lo si „cerca‟ ovunque, dalle ricette nei programmi tv ai foodblogger”. Cambia l‟attenzione al proprio corpo e, in particolare, “ci si concentra su alcune parti (pancia, glutei e gambe). Per aiutare chi soffre di un disturbo del comportamento alimentare è necessario rivolgersi a un‟équipe di specialisti (medico psichiatra, psicologo e nutrizionista migliorare la situazione. E‟ inoltre necessario stabilire un clima rassicurante durante i pasti e condividere una linea comune tra genitori. Un altro lavoro sulla rivista Nature Reviews Endocrinology firmato da esperti delle Università di Copenaghen e Aarhus University mostra, però, che la quarantena può favorire l‟obesità. A livello psicologico scattano gli stessi meccanismi che si riscontrano nei casi bulimia e anoressia? Spesso i meccanismi alla base sono sovrapponibili: disregolazione emotiva, noia per la lunga permanenza in casa, scarso esercizio fisico e stravolgimento dei normali bioritmi hanno favorito anche molti dei casi di sovrappeso marcato, pure nei giovanissimi con conseguenze che probabilmente dovremo affrontare nei mesi futuri. Il lento ristabilirsi dei ritmi lavorativi e scolastici favorirà naturalmente la ripresa di abitudini più sane, comprese quelle alimentari, insieme al dialogo all‟interno della famiglia e alla ripresa del lavoro in presenza nei centri specializzati che si occupano della presa in carico di questi soggetti.
Dott.ssa Fabiola Pasetti
Psicoterapeuta Sistemico Relazionale
Cell.:3271571177
e-mail: fabiolapasetti@yahoo.it
Instagram: psicoterapeuta.fabiola.pasetti

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