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AFFRONTARE LA FINE DI UNA RELAZIONE DURANTE LA PANDEMIA

Si sa che, già normalmente, affrontare la fine di una relazione è un processo lungo e delicato che richiede una forte capacità di introspezione verso sé stessi che permetta di riprendere in mano la propria vita consapevoli di tutto ciò che quella relazione ha comportato, nel bene e nel male. Tipicamente la fine di una relazione viene associata ad un lutto, quasi simile alla perdita di una persona fisica, quindi si attraversano in tutto e per tutto le fasi cosi definite dalla Kübler-Ross, una psicologa che ha trattato il tema del lutto, ovvero:

1) Negazione: si nega la perdita della persona cara o l’avvenire dell’evento;

2) Rabbia: costituisce una normale e sana reazione dell’io che cerca di affrontare un evento imprevisto e spiacevole. Motiva il soggetto ed è funzionale alla ripresa dell’io;

3) Negoziazione: si cerca di scendere a patti con ciò che sta per avvenire o è già avvenuto, quindi si cercano soluzioni più o meno pratiche;

4) Depressione: il senso di impotenza porta il soggetto a cadere in uno stato di paura e tristezza;

5) Accettazione: infine si accetta la situazione, la persona ha ritrovato un equilibrio e un significato personale da attribuire alla perdita.

Ovviamente queste fasi si applicano più generalmente alla vera e propria morte di una persona, ma se ci si sofferma attentamente si può affermare che la fine di una storia d’amore non è tanto diversa da ciò che avviene in un lutto. Infatti, calandola all’interno di questa realtà nel momento in cui una relazione finisce spesso si tende a non credere a ciò che sta succedendo, come se ci si trovasse in un film o in un brutto sogno dal quale vogliamo terribilmente svegliarci (negazione), quindi poi seguono dei pensieri negativi e delle ruminazioni riguardo al rapporto con quella persona, sensi di colpa dell’uno o dell’altro, cose non dette e che sono rimaste tali, cose che si sarebbero potute fare o evitare, insomma scatta l’emozione della rabbia sia nei confronti dell’ex partner (per vari motivi: dal modo in cui si è stati lasciati, da ciò che è stato detto/fatto) sia verso quello che sarebbe potuto essere se…superata questa normale turbolenza emotiva, sana e giusta per ritrovare la spinta in sé stessi, si cercano delle soluzioni per poter affrontare al meglio il futuro (possono essere le più disparate, quindi nuovi hobby, sport, vicinanza alla figura religiosa ecc). In tutto questo mare in continuo movimento talvolta subentra (e quasi sempre è cosi) un sentimento di depressione, quindi di tristezza e di angoscia, dato sicuramente dalla solitudine che in quel momento si percepisce più forte, dalla mancanza di sicurezza che inevitabilmente il partner forniva, dalla voglia di riprendersi e stare finalmente meglio, quindi di un fisiologico direi calo di autostima che si percepisce dovuto anche magari a sensi di colpa che ci si rivolge in relazione a quanto avvenuto. Infine si giunge ad un’accettazione della situazione, per quanto possa permanere un dolore o un vissuto ancora triste, si è finalmente accettata la perdita.

Tutte queste fasi non sono necessariamente in sequenza e ognuna richiede un proprio tempo di elaborazione, ma generalmente la fine di una relazione segue questo andamento. E’ utile però soffermarsi anche su come le persone affrontano le fine di una relazione in un momento di isolamento sociale come quello che attualmente stiamo vivendo, infatti manca la concreta possibilità di trovare vicinanza, anche fisica, negli amici di cui abbiamo bisogno in quel momento e il tutto è ridotto ad una vicinanza solo virtuale, tramite messaggi. Ma ancora, non c’è la possibilità di uscire per potersi distrarre in compagnia di altre persone, il semplice farsi un giro in qualche località, fare un breve viaggio che permetta di rigenerarsi, iniziare un nuovo sport o un hobby, sono tutte cose che prima davamo per scontate e che ora come ora invece non è possibile fare a causa delle restrizioni dovute alla pandemia. La visione più ampia vede quindi la persona interamente calata nella sua sofferenza e nella solitudine, quindi viene richiesto uno sforzo ulteriore per poter far fronte alla perdita.

Sicuramente ciò che in questo caso può essere più utile ed efficace fare è mantenere i contatti, seppur da lontano, con le persone care: fare videochiamate e sentire le persone a cui vogliamo più bene ci permette di sentirci più amati e di non percepirci completamente soli; ma ancora è utile trovare il modo di dedicarsi a sé stessi, attraverso l’attività fisica ad esempio oppure altre discipline come lo yoga, la meditazione, il pilates o in generale qualsiasi pratica che permetta di sfogarsi anche fisicamente e che mantenga un collegamento del corpo con la mente. Se una persona possiede già un hobby o una passione è utile che la coltivi in modo tale da percepire un maggior benessere, dedicandoci anche poche ore al giorno questo permette di impiegare il tempo in qualcosa che piace e che permetta anche di rilassarsi. Infine può essere anche un tempo di riscoperta personale, che si può dedicare alla lettura di un buon libro, cosi come allo studio di qualcosa che da tempo si era lasciato in disparte per mancanza di tempo, o ancora all’inizio di un attività di qualsiasi tipo (come il seguire dei corsi online) che possa tornare utile anche nel proprio ambito lavorativo, come un corso di formazione ad esempio.

Insomma affrontare la fine di una storia d’amore in questo periodo è sicuramente più difficile e obbliga la persona a stare maggiormente a contatto con sé stessa e i propri pensieri. Però potrebbe essere un momento utile da spendere come meglio si crede, facendo tutto ciò che rilassa e rende più piacevoli le giornate, ma ciò che qui preme affermare è che è utile anche saper fare i conti con il proprio dolore, perché solo attraverso esso saremo in grado di rinascere più forti di prima e con una maggiore consapevolezza. Si sa che la vita di un essere umano è caratterizzata da una continua evoluzione e rivoluzione, direi, personale e come ci sono i momenti belli e felici, è utile passare anche attraverso quelli più tristi e dolorosi, sapendo che poi un giorno si torneranno ad assaporare anche i momenti più gioiosi. Infine è utile sottolineare che, qualora i sentimenti di depressione e il fisiologico calo di autostima che la persona percepisce dovessero perdurare per un tempo troppo lungo e quindi il quadro di sofferenza in qualche modo diventa più critico, è bene mettersi in contatto con una figura professionale, quale uno psicologo o psicoterapeuta che aiuti ad elaborare ciò che è avvenuto, in modo tale da uscire da una situazione di paralisi e blocco rispetto alla ripresa della propria vita.


Dott.ssa Fabiola Pasetti

Psicoterapeuta Sistemico Relazionale

www.fabiolapasetti.com

cell.:3271571177

e-mail:fabiolapasetti@yahoo.it

Instagram: psicoterapeuta.fabiola.pasetti





 
 
 

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​Studio di Psicologia Pasetti

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